• Sabato 30 gennaio 2016 ore 17:00

    Palazzo Stella - inaugurazione

     

    “ANNI GRAFFIATI”

    mostra personale di Marco Lami

    a cura di Elena Colombo

     

    aperta fino al 17 febbraio 2016

    da martedì a sabato

    ore 15:00 – 19:00

     

    Genova, SATURA art gallery

     

     

    S’inaugura sabato 30 gennaio 2016 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Anni Graffiati” di Marco Lami a cura di Elena Colombo. La mostra resterà aperta fino al 17 febbraio 2016 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.

     

     

    Marco Lami si pone nel solco artistico di Jean-Michel Basquiat per parlarci della società contemporanea con le sue contraddizioni. Una società segnata da un’amara ironia che, se da un lato viene rimarcata dai tratti volutamente semplicistici e graffiati, dall’altro resta legata alla rappresentazione della figura umana, non solo come corpo chiaramente riconoscibile ma anche e soprattutto per il valore simbolico collettivo che la scena acquisisce. In questo senso, due sono le componenti fondamentali di ciascuna opera: l’utilizzo dello spazio e la resa cromatica dei soggetti. Si trovano così elementi che rimandano alla scuola del fumetto latino-americano di cui fa parte José Muñoz. Il Realismo s’interseca con il bisogno emotivo di un’espressione che trascenda la mera rappresentazione. Ed è grazie a questo aspetto che nascono le linea nervose che formano ogni singolo ritratto, come se il volto fosse la risultante di molteplici processi psicologici e di dinamiche che s’incontrano. Da dove scaturisce questa concezione? Possiamo forse trovare alcune radici nello stile di Matisse, se pensiamo all’uso del colore e della linea come decorazione riempitiva di un ambiente naïf, ma ci sono lavori che rimandano al Neo-Espressionismo meno conosciuto di matrice statunitense o a quello messicano di Julio Galán. Riflessioni ad ampio spettro dunque, che si traducono in una vasta gamma di scelte sulla tavolozza: dal bianco e nero che pare ritagliato sulla superficie piana all’esplosione visiva che conserva una goccia del Tropicalismo di Cândido Portinari. Così tanti punti di riferimento danno vita a un continua sperimentazione che fa della fusione il suo cardine principale, generando complesse strutture di significato. Allo spettatore il compito di raccogliere i pezzi per ricostruire una sequenza.