Sabato 30 gennaio 2016 ore 17:00
Palazzo Stella - inaugurazione
“IL TEMPO – EROSIONI”
mostra personale di Berzsenyi Balàzs
a cura di Maria Valacco
aperta fino al 17 febbraio 2016
da martedì a sabato
ore 15:00 – 19:00
Genova, SATURA art gallery
S’inaugura sabato 30 gennaio 2016 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Il tempo - erosioni” di Berzsenyi Balàzs a cura di Maria Valacco. La mostra resterà aperta fino al 17 febbraio 2016 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.
Siano molte o poche, fra le doti culturali che inducono gli stranieri (non ci riferiamo ai troppi mossi soltanto da un turismo fugace, alla maniera nippo-statunitense, talché in tre giorni tutto si vede e tutto si capisce di Venezia, Firenze, Roma, Napoli) a “calzare” stabilmente, addirittura definitivamente lo Stivale, troviamo l’arte della scultura. Di essa l’Italia, almeno per quanto riguarda l’Occidente, fornisce da secoli prove egregie, che non sono seconde a nessuna delle prove fornite da altre nazioni.
Fra i centri che più attraggono chi ama il marmo, ergo uno sculpere in senso classico, tradizionale, i maggiormente appetiti si trovano - come ben si sa - in lidi carraresi e versiliesi. Da quelli è stato sicuramente attratto anche Balàzs Berzsenyi, ma fascino più grande lo ha subito, e subisce, in un luogo più a nord e più ad ovest di essi. Situato in provincia di Genova, quel luogo ha nome Val Fontanabuona e da molto tempo lì attivo, l’artista ungherese si premura, fra varie iniziative culturali, di «favorire la causa dell’ardesia, pietra ligure per eccellenza» e dunque materiale “nobile” che alle sue spalle ha una lunga storia.
Da una poesiola estrapolo ora la seguente rima baciata: “Novello Icaro in senso inverso, il vento mi è ostile e avverso”. È tratta da un pieghevole in bianco e nero nella quale essa accompagna - con gli altri versi e rime della poesia - un niveo marmo carrarino scolpito con vera sapienza dal Ligure d’elezione. Titolo di ambedue le opere è Scirocco, e per quanto riguarda la scultura questa ha il sembiante di un manto che svolazza, che è agitato dall’aria in movimento, la quale sembra proprio voler contrastare il desiderio dell’“ammantato” di procedere in direzione opposta. Si coglie insomma nella ricerca plastica dell’ autore uno spirito che pur aleggia in non pochi altri lavori da lui concepiti su basi naturalistiche.
Dunque, ieri più figurativo, oggi a metà strada fra astrazione e figurazione, Berzsenyi nutre un amore per le forme non statiche e la sua poetica rivela intenti simbolistici, vuoi che egli si lasci ispirare da antropomorfismo, zoomorfismo, fitomorfismo e da ulteriori fonti oggettive reperibili nel mondo che circonda lui come noi. (Testo critico a cura di Dino Pasquali)