• Sabato 7 maggio 2016 ore 17:00

    Palazzo Stella - inaugurazione

     

    INTRECCI

    mostra personale di Nicoletta Conio

    a cura di Flavia Motolese

     

    aperta fino al 18 maggio 2016

    da martedì a sabato

    ore 15:00 – 19:00

     

    Genova, SATURA art gallery

     

     

    S’inaugura sabato 7 maggio 2016 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Intrecci” di Nicoletta Conio a cura di Flavia Motolese. La mostra resterà aperta fino al 18 maggio 2016 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.

     

    Gli intrecci di Nicoletta Conio hanno lo stesso spessore e la stessa pastosità di Gerhard Richter ma la composizione / scomposizione dello spazio sovverte l’idea dell’artista. La mobilizzazione dei blocchi genera una dicotomia tra arco e retta in un teorema geometrico diverso da quelli studiati a scuola ma con una fortissima  efficacia visiva  fa pensare che ci sia un preciso disegno dietro al gesto con l’estrema razionalizzazione della non-forma. Non ci sono riferimenti chiari ad oggetti riconoscibili, solo puro colore che si sposta sulla tela. È la New York City di Piet Mondrian trasposta in un grado di astrazione più istintuale e cromatico, basato sul colore e non sulla linea. Le tonalità accese e in forte contrasto creano però l’illusione di un universo più ampio con il quale interfacciarsi, come se si riportasse il cosmo in un ambito quotidiano. Il discorso cambia quando la tinta si spande sulla superficie come se si creassero macchie non volute. Allora sì che la composizione si fa arbitraria e, per riprendere un’altra citazione di Richter, il “motivo” si evolve nell’atto di dipingere fondando un nuovo linguaggio basato ancora sulla dinamica della curva. Nel caso specifico, la cancellazione di alcune parti, che lascia emergere la trama, consente di trovare una certa profondità nella ristretta bidimensionalità del quadro. Anche in questi casi più “liberi”, accostandosi, si scorgono le microfratture dell’ordito che svelano il passaggio ad un tipo di narrazione concettuale più che puramente istintiva. Il codice va decifrato sulla base di due concezioni di fondo: da un lato appare evidente la mano della pittrice, dall’altra bisogna sempre tener presente il peso dell’arte nella formazione della coscienza individuale. La fruizione dell’opera deriva sempre da una sovrapposizione di elementi e passaggi sequenziali: anche se la destrutturazione non è completa, non è possibile tornare alla visione chiara dell’insieme perché il risultato finale deriva dalla polvere di un Tempo piegato alla casualità. (Testo critico a cura di Elena Colombo)




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