• Sabato 14 maggio 2022 dalle ore 16:00

    SATURA Palazzo Stella

     

    IL GIARDINO DELLE ESPERIDI

    mostra personale di Franco Dallegri

    a cura di Flavia Motolese

     

    Sabato 14 maggio 2022 a partire dalle ore 16:00, si apre, nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale di Franco Dallegri “Il giardino delle Esperidi” a cura di Flavia Motolese.

     

    La serie dedicata alle Esperidi, composta da diciotto sculture, è la prova definitiva della maturità raggiunta da Franco Dallegri nell’utilizzo della terracotta come materiale espressivo. Dalla prima produzione del 2017, attraverso varie sperimentazioni, queste sculture rivelano, non solo l’abilità progettuale di concepire e sviluppare un unico tema narrativo in maniera coerente e, allo stesso tempo articolata, ma soprattutto la sensibilità di esprimere la capacità significante della materia inerme.

    Il progetto porta a compimento il percorso intrapreso negli anni precedenti: tentare di andare oltre le apparenze per avvicinarsi all’essenzialità del reale, attraverso una modellazione sintetica, a tratti astratta. Per avvicinarsi alla purezza dell’espressione di un’idea generatrice o al fondamento del visibile, la semplicità ricopre un ruolo determinante. Semplicità intesa non solo come eliminazione di elementi superflui, ma anche e, soprattutto, come equilibrata unità e univocità delle composizioni, che richiede una prioritaria identificazione dell’archetipo da raffigurare, affinché la sua incarnazione sia rapida, quasi istintiva, e ne preservi la primigenia intuizione.

    Da qui deriva la riconfigurazione semplificata delle figure o la captazione di volumi aerei nelle strutture e la conseguente tendenza delle sculture all’astrazione. Come se lo strumento stilistico scelto per tradurre in immagini la materializzazione o personificazione di eventi fosse il coagularsi di grumi di materia lungo fondamentali linee di forza.

    Questa semplificazione comprende l’abolizione delle simmetrie corporee, e degli arti superiori, la ridefinizione di quelli inferiori, la riduzione della testa a elemento secondario rispetto al resto della struttura cui è prevalentemente affidata l’espressività.

    Nonostante non vi siano raffigurazioni di volti o di espressioni, queste sculture sono in grado di rendere perfettamente sentimenti e valori emotivi. Mirabile in tal senso la scultura “Esperide e l’albero violato” che rappresenta il momento della scoperta da parte delle ninfe del furto dei pomi dorati compiuto da Eracle. L’opera esprime una forte drammaticità determinata dalla tensione verso l’alto della figura della ninfa che, innaturalmente allungata verso l’albero, trasmette lo sgomento della perdita.

    Dallegri, però, va ancora oltre dato che l’unità compositiva semplice e univoca non è sufficiente per perseguire la bellezza: è necessaria la vitalità. Per questo l’aspirazione fondamentale è evocare il movimento come emozione fisica e psichica in sculture che rimangono fisse e immobili.

    L’artista ha quindi ricercato strutture dinamiche, basando le composizioni su interazioni spaziali con creazione di volumi aerei, linee curve e linee di costruzione che implichino tensioni direzionali con orientamento obliquo. Più l’opera è astratta e più la linea di forza sembra diventare essenziale e significante.

    Le forme stilizzate e sinuose perseguono l’obiettivo costruttivo di favorire una globalità visuale cui affidare l’espressività dell’opera. La figura singola, delle precedenti produzioni, si è evoluta anche verso il gruppo scultoreo, in cui l'interazione tra corpi e la frammentazione dei contorni sottolinea la continuità spazio-temporale tra figure e di queste con il vuoto.

    Figure sinuose che compenetrano lo spazio, esaltate dai giochi chiaroscurali di luce e ombra che smaterializza i volumi. L’immaginario di Dallegri si fissa nelle pieghe della materia, evolve dalla figurazione all’astrazione, ma questo non è un concetto scindibile dalla percezione della natura, che resta la condizione primaria per l’atto creativo e per il divenire della sua concezione plastica.

    La superficie delle opere, colme di tracce e di simbologie narrative per far muovere l’occhio dell’osservatore, testimoniano il lavoro fenomenologico dell’artista nel suo tentare di rendere riconoscibile il processo della visione, anche attraverso le minime variazioni percettive di superficie che le patinature sollecitano.

    Di fronte all’opera di Dallegri si ha l’impressione di scoprire quell’elemento originario di equilibrio e verità, in cui forme essenziali colgono la figura come luogo di purezza trasfigurata in grado di cogliere e rendere manifesto il mistero dell’esistenza.

     

    La mostra resterà aperta fino all’11 giugno 2022

    dal martedì al venerdì 9:30-13:00 / 15:00-19:00, il sabato 15:00-19:00




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