• Come per gli espressionisti astratti, che hanno una visione  libera da contingenze storiche e  sociali, anche per Lucia l'arte consiste nell'atto stesso del dipingere. Al centro del lavoro è la sua individualità, che si pone in una condizione di rischio, mette in gioco la propria esistenza in senso psicologico e spirituale. Lo spazio del quadro diventa il luogo libero da convenzioni estetiche, in cui l'artista convoglia le proprie emozioni e la propria energia vitale.  L'urgenza dell'azione  si traduce  in movimento  gestuale  che  esprime  significati  esistenziali. L'artista sceglie di agire anche senza un progetto, lasciando che il quadro nasca e si riveli al momento.

    La ricerca di Lucia Pasini è rivolta alla rappresentazione immediata della propria interiorità. La sua pittura  si evolve da una prima esperienza “materica” vicina  all'espressionismo astratto di Rothko, anche se le dimensioni più ridotte delle sue tele spostano l’equilibrio dall’invadenza espressionista verso una più meditata comunicazione intimista. Mentre Rothko sceglie di lavorare per tonalità cromatiche sovrapposte, eliminando i contrasti di colore e procedendo per successive velature sottilmente modulate, Lucia Pasini opera nette stesure materico-tattili con tecniche miste acrilico e olio su grumi di cera o di gessi, ottenendo in questo modo strutture plastiche semplificate. Il periodo “materico” di Lucia è ricco di  rossi su sfondi scuri abissali con improvvise ferite di bianco accecante che verticalizzano lo spazio. E’ una pittura che provoca stati d’animo di grande equilibrio liberando forme che inducono alla contemplazione di paesaggi interiori puramente emozionali. I suoi lavori  trasmettono informazioni percettive che stimolano una reazione di tipo gestaltico riuscendo a comunicare con la psicologia dell’osservatore. Con un procedimento che diviene totale invenzione, Lucia è capace di  trasmettere agli altri la propria esperienza esistenziale  come testimonianza dell’essere al mondo in un particolare momento e contesto.

    La sua più recente produzione, pur sempre coerente con le premesse iniziali, si sviluppa semplificando notevolmente la costruzione pittorica, abbandonando lo spessore materico dell’intervento a favore di stesure di colore più delicate. Resta intatta la sua matrice fondamentalmente espressionistica, tesa a suscitare emozioni interiori, utilizzando la capacità dei colori di trasmettere delle sensazioni. Si direbbe che l’artista sperimenti una fase minimalista del suo segno, alla ricerca di costruzioni più essenziali, che ottiene passando sulla tela un pennello largo  imbevuto in acqua dove ha  sciolto le terre e le ocre. Il risultato ricorda gli acquerelli astratti di Klee, dove i colori si smorzano e le atmosfere rarefatte si ricollegano ai colori della natura da cui Lucia era partita.




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