• S’inaugura sabato 29 settembre 2012 alle ore 17:00, nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Senza parole” di Paloma Almela Garcia a cura di Elena Colombo. La mostra resterà aperta fino al 13 ottobre 2012 con orario 15.30 – 19.00 dal martedì al sabato.

     

    Nelle opere di Paloma Almela Garcia si legge l’influenza del mondo della moda; l’uso dei colori di Frank Miller, un eco delle tavole di Luis Royo e le dinamiche compositive del manga giapponese. I suoi lavori sfruttano il linguaggio della pubblicità e la suggestione di una formazione interculturale, bilanciano elegantemente il bianco e nero al rosso e mescolano i codici espressivi inserendo parole, slogan e ideogrammi. L’inquietudine dell’universo femminile è un misto di seduzione e gioco in cui il cute va a braccetto con l’eros e la tentazione ambigua germoglia in un grappolo di pensieri accanto ai cartoon e alla morbidezza fumosa di un tango. Non c’è più spazio per i sogni. È tramontata l’epoca della ragazza per bene votata all’amore e al matrimonio e i nuovi valori sono dettati da effimeri status symbol (il cellulare, il profumo, gli accessori firmati…). La morte compare in una dimensione onirica e noir, come in un viaggio oltre lo specchio. Il nuovo progetto amplia i confini di questa storia di genere per descrivere – con colori pastello e la bianca cancellazione delle forme – la quieta banalità della classe media: bambini perdono l’innocenza e la loro ombra si fa tangibile e viva come quella di un Peter Pan ipertrofico ritagliato in un Nulla surrealista. Le casalinghe in costume esibiscono curve poco allettanti diventando pistolere da spiaggia con le armi di plastica o avvolte in asciugamani di spugna con il logo di Supeman. I miti sono il prodotto della società dei consumi e in essa perdono di significato, assorbiti dall’orizzonte del quotidiano. Esiste ancora una frontiera da esplorare ma le protagoniste verso il futuro non hanno i connotati lievi delle silhouette che si muovono quasi a passo di danza, indossando creazioni di alta sartoria – serici tubini da sera, organze leggere e piume angeliche. Anzi, lo spettatore è invitato a unirsi a una marcia già iniziata, in cui si susseguono le schiene senza nome.